Route two, 20/04/21: I Due della Lessinia
Valdagno, una bella cittadina della provincia di Vicenza nota per il connubio con uno dei marchi manifatturieri più importanti del dopo guerra nel Veneto e forse dell’Italia, la Marzotto. Il meteo pomeridiano potrebbe farmi trovare delle sorprese durante il percorso pertanto accelero la partenza. Poche pedalate nel viale principale per passare il torrente Agno e seguirlo tenendolo a sinistra sulla ciclabile, Novale e poi esco nella SP246 a San Quirico, quando arrivo alla contrada di Bonomini giro a destra per pedalare nel sotto monte passando alcune contrade, ritorno in provinciale e poco prima di entrare a Recoaro Terme giro a sinistra dove inizio la salita verso la prima vetta di oggi, rifugio Cesare Battisti. Undici chilometri in salita su una strada abbastanza dissestata e con un cielo che inizia a diventare scuro, questo comincia a preoccuparmi. Inizia a cadere qualche goccia ghiacciata, la maglia che indosso è nera e con le palline ghiacciate di colore bianco che si attaccano diventa in breve tempo a pois. Per adesso la precipitazione è debole e riesco ancora a pedalare fermandomi ad immortalare la catena montuosa del Carega tutta innevata, spettacolare.
La pendenza non è eccessiva su una strada tortuosa che inizia a bagnarsi, la temperatura scesa a 5° mi fa dubitare se finire la salita, le prime chiazze di neve sul bordo carreggiata e l’altimetro che segna 1200 metri di quota, non manca molto all’arrivo.
Dopo l’ennesimo tornante arrivo al parcheggio sotto il rifugio, una ruspa a bordo strada ed un salto di mezzo metro di neve a bloccare la carreggiata, mannaggia trenta metri prima di arrivare al piazzale del rifugio la neve mi blocca, qualche foto prima di iniziare la discesa con la speranza che pioggia e ghiaccio non aumentino.
Scendo veloce perché la strada più a valle non è bagnata. Subito dopo contrada Storti giro a destra sulla via che porta a Recoaro Mille, caspita, qui la manutenzione stradale è assente da molto tempo. Sotto un cielo sempre più cupo con le gocce che bagnano lo smartphone dove leggo la traccia arrivo alla piccolissima contrada Ronchi, appena in tempo, in una tettoia con una vecchia Panda parcheggiata all’interno trovo riparo dalla pioggia che adesso scende copiosa, trenta minuti di stop prima di ripartire a piedi sul viottolo di sassi e cemento che mi riporta sulla carreggiata tutta bagnata. Con l’umidità il freddo diventa fastidioso e mani e piedi iniziano a ghiacciarsi, svetto sulla strada delle Casare e poi giù alla Busa del Pizzegoro. Subito dopo Recoaro Mille nella curva di Chempele trovo la segnaletica verticale di divieto di circolazione a biciclette e motocicli, incredibile, non lo sapevo, una strada normale asfaltata discetamente vietata alle biciclette, nella cartellonistica non ci sono riferimenti aggiuntivi che spiegano questo divieto e nemmeno nel web sono riuscito a trovare qualche blog o testo che diano un po’ di informazioni alla questione pertanto la discesa è vietata, dunque per chi volesse pedalare questo percorso credo sia cosa migliore invertire il senso di marcia rispetto alla narrazione. La circolazione stradale è praticamente assente così prendo la decisione di scendere comunque, incrociamo le dita, una piccola deviazione dentro la contrada Fongara per ammirare dalla strada sottostante la bella chiesa posizionata al culmine del centro abitato. Scendo e la temperatura diventa sempre più gradevole, a fine discesa rientro nella strada dei Lanifici a San Quirico corro per meno di due chilometri per arrivare alla svolta a destra direzione Marana un piccolo paese di montagna della Lessinia est a quota 800 metri. Alla chiesa, sul bivio che va a Crespadoro vado sempre dritto, la segnaletica stradale indica Campodalbero sette chilometri.
Campodalbero e il classico paesello montano, poche case, chiesa e campanile con a fianco l'oratorio, una parete fronte strada dipinta con un bellissimo e colorato murales, da vedere. Pedalo ancora in salita su una strada molto bagnata sebbene il cielo si stia schiarendo, più salgo più la carreggiata è sempre più sporca dal fogliame e dai rami rotti oramai maceri, pure qualche grosso sasso mi trovo sulla via certamente da evitare con attenzione nella discesa. Sotto un bel cielo oramai terso e celeste arrivo al rifugio Bepi Bertagnoli, chiuso pure questo ma in assenza totale di neve sebbene l’altimetria sia uguale al ristoro precedente.
Con la lunga discesa arrivo a Crespadoro dove entro in paese e costeggio la chiesa sulla sinistra su un pedonale strettissimo che mi porta dentro al parcheggio coperto ed infine nella via mappata. Scendo fino a Molina di Altissimo e poi svolto sulla strada che mi porta ad Altissimo ed al passo della Campanella. ancora una veloce discesa per arrivare al parcheggio di partenza. Un giro complessivamente gradevole sebbene non abbia visitato particolari località, oggi sono riuscito a trovare e conoscere “I Due della Lessinia” il Signor Cesare ed il Signor Bepi.
P.S. Ricordo ancora che la traccia gpx è stata modificata invertendo la marcia rispetto alla narrativa per evitare l’inconveniente del divieto di circolazione alle biciclette situato a Recoaro Mille.
Distanza 103 km. - Dislivello 3390 m. - Link percorso