Route Seven, the last 16/05/21: Gravel-mente Lessinia
Repeat 05/06/21: too beautiful
Malato cronico di lessinite, l’innamoramento che provo per questa terra è grande, la scoperta di luoghi, panorami e cultura che ho trovato in Lessinia è stato incredibile e pensare che tutto questo è nella mia regione, a volte non ci si accorge nemmeno di quanta bellezza abbiamo proprio attorno a noi. Il titolo di questo ultimo post dedicato alla Lessinia parla chiaro, il percorso e dedicato agli amanti del fuori strada, nei primi cento chilometri poca strada ben asfaltata ecco perché sta scritto “Gravel”, andrò a percorrere parte della Translessinia nel punto più a nord di questa area geografica. Poi la parola “Mente”, un percorso sulla mappa straordinario, nel correre virtualmente in web con Maps ho visto località e passaggi straordinari, in certi frangenti si resta estasiati da quello che si vede, nel pedalare in solitaria ci si isola total-mente, momenti che resteranno nella memoria per molto tempo.
Una buona temperatura in questa domenica, dal parcheggio del comune di Lavagno parto per quest’ultimo dei sette giri programmati. Passo il piccolo centro di Lavagno ed inizio a salire sulla strada che mi porta a San Briccio, dal paese dopo una discesa inizio la via del monte dei Santi, una serie di vie che corrono fra le colline prima di arrivare a Montorio. Strada molto bella a tratti sterrata, si passa all’interno delle vegetazione in una sorta di tunnel verde.
Dal centro di Montorio arrivo a ponte Florio giro a destra ed ancora a destra per salire al castello. Il castello dovrebbe riaprire dopo la metà di giugno e solo nel fine settimana. Scendo e su una strada senza traffico arrivo a Poiano proseguo verso nord in direzione Quinto. Non entro in paese ed in prossimità della zona cimiteriale svolto a sinistra in via Ronchi, la strada è molto bella con un traffico inesistente. Arrivo in località Montecchio e passato il paese giro a destra direzione nord sulla Montecchio - Sengia sbusa, poi percorro la strada Monte Comun – Fane.
Praticamente da Poiano a Fane pedalo su un percorso da favola immerso nel verde dove i panorami sono veramente spettacolari. Tenendo la destra entro nella SP12 che percorro per un breve tratto fino a Croce dello Schioppo passando davanti alle cave di pietra, materiale che viene tuttora usato per le costruzioni edilizie soprattutto locali, in discesa arrivo alla località ponte di Veja.
Sul piazzale un piccolo carro armato, un bar sulla destra dove parte un breve sentiero percorribile in bicicletta fino alla sommità del ponte, scendo su un piccolo sentiero senza bike e mi trovo uno spettacolo della natura unico, un arco in pietra calcarea lungo circa quaranta metri e spesso nove che passa sopra a due torrenti, il Crestena ed il Fenile, qualche foto prima di risalire in sella per proseguire il viaggio.
Crestena, Corrubio e Vaggimàl per poi entrare nella provinciale 12 fino a Cona, tengo la sinistra passo per Zivelongo borghetto veramente affascinante. La strada già fatta parzialmente in un altro tour mi porta a Molina dove girando a destra dopo il paese inizio a salire verso Gorgusello piccolo borgo diviso in due frazioni Sotto e Sopra. Dopo Breonio entro nella SP33 del Pastello che mi porta nella località di Fosse e qui inizio progressivamente a salire verso le cime più alte di giornata.
Martellengo, Adamoli, Tommasi viaggio all’interno del parco Regionale della Lessinia, al chilometro settantadue dalla partenza la strada sempre larga diventa a tratti sterrata, strano nel Maps era asfaltata. Un fondo sterrato in salita ben pressato molto liscio con una pendenza che varia fra 8% e 11%. Arrivato al monte Cornetto quota 1500 metri inizio la discesa su una sassaia impegnativa dove inizio a vedere sotto di me il passo delle Fittanze.
Il cielo diventa scuro, le nubi basse iniziano a preoccuparmi, dal passo prendo la strada già percorsa in mezzo alla neve un mese fa, per primo trovo il bivio che mi porta al rifugio Valbella dove la scorsa volta non ho potuto accedere causa neve, al rifugio spira un vento che inizia dare fastidio cosi dopo due fotografie scendo veloce per poi tornare nella traccia e proseguire verso malga Roccopiano.
Arrivo al bivio del Pidocchio ed anziché seguire la strada asfaltata come lo scorso tour prendo una strada sterrata a sinistra che in salita mi porta alla malga Lessinia, sebbene il meteo non sia proprio favorevole ci sono molte persone che percorrono la via.
Proseguo sulla stessa strada in direzione nord ed al bivio vado diritto verso il rifugio Castelberto. Il rifugio è stato ristrutturato da poco dopo un recente incendio ed è posizionato su un cocuzzolo adibito al pascolo a quota 1765 metri, un vero e proprio paradiso. La giornata è cupa e ci sono 5°, per nulla al mondo andrò via di qua senza prendermi qualche attimo per poter girarmi attorno e vedere sotto di me tutto il panorama sottostante che circonda la montagna, estasiante.
Il proprietario del rifugio ha pubblicato nel web un sito a dir poco straordinario con foto e video di altissima qualità. Inserisco il link del sito non per pubblicità ma perché vale proprio la pena visionarlo e magari andare a visitare il rifugio di persona, https://www.rifugiocastelberto.it/index.html. Al rifugio non si può arrivare in auto o moto, i veicoli a motore devono parcheggiare sotto l’ultima salita, una camminatina facile su strada di circa millecinquecento metri prima del rifugio.
Devo partire dall’ostello velocemente perché mi sto raffreddando e perché inizio sentire l’umidità delle nubi basse passare la maglia, ritorno al bivio sulla SP14 e seguo la via sterrata verso rifugio Podestaria. La visibilità è scarsa, nebbia abbastanza fitta corro su un falsopiano sempre in quota ed inizia a scendere qualche goccia d’acqua.
Per paura che la pioggia inizi a cadere copiosamente non visito il rifugio Podestaria ed proseguo sulla provinciale dove si corre la “Translessinia gravel road”, non ho visitato nemmeno il rifugio Primaneve del monte Tomba.
Inizio finalmente la discesa, purtroppo la giornata si è volta al peggio, peccato. Inizia a piovere quando mi trovo in prossimità del rifugio Bocca di Selva, da qui all'arrivo solo asfalto, un vero peccato per gli amanti del fuoristrada, per fortuna quasi tutto in discesa.
Il pneumatico stradale di buona sezione mi agevola la discesa anche sul bagnato, Malga Moscarda scendo per la SP6, Maregge, Covile, Grietz, Ucchesi, Truffa e Laite sono alcune contrade passate prima di arrivare a Valdiporro. Oggi la pioggia è battente, dopo alcuni chilometri di diluvio decido di fermarmi, controllo velocemente l’elettronica e riparto tanto oramai sono letteralmente fradicio. San Francesco, Grobbe e Snell, in discesa le contrade si susseguono veloci ed arrivo a Roverè Veronese. Sp15 in salita, poche volte son felice delle salite a fine pedalata ma oggi è stata propizia vista la temperatura ed il freddo accumulato in discesa. Purtroppo dalla fine della Podestaria non ho più registrato alcun resoconto visivo da poter narrare, l’emergenza meteo e la concentrazione nella guida sul bagnato mi hanno tolto la possibilità di fermarmi in alcune frazioni che sarebbe stato bello ed interessante aver visitato con calma.
Di poco oltre i 1000 metri nella frazione di Viaverde inizio l’ultima discesa, transitando per il passo dello Spin del Poiero arrivo a San Mauro delle Saline e giù a Mezzane di Sotto saltando il borghetto di San Valentino che avevo già visitato. La pioggia non cade più quando arrivo al parcheggio di Lavagno, cinquanta chilometri di pioggia di cui trenta di questi pedalati sotto un acquazzone intenso, un vero peccato.
Distanza 148 km. - Dislivello 3710 m. - Link percorso
Repeat 05/06/21 - Ho voluto pedalare ancora su questa traccia per due motivi, primo, questo percorso come scritto sopra ti entusiasma, ti prende, ti chiama è incredibile. Secondo, la volta scorsa la pioggia mi ha distrutto il device che avevo usato per fotografare il tour e con esso il contenuto. Impossibile postare un viaggio senza pubblicare delle immagini, pertanto le foto che vedete sono tutte del giro di giugno dove la giornata e stata favolosa.
Con l'occasione di un meteo favorevole ho potuto fermarmi a mangiare al rifugio Valbella, gli gnocchi di malga e la crostata calda di fichi e noci sono stati deliziosi. Sono arrivato anche ai due rifugi che la scorsa volta non ho raggiunto, rifugio Podestaria e rifugio Primaneve del monte Tomba.
Non dico addio Lessinia, sebbene questo settimo tour dedicato alla Lessinia sia stato l'ultimo. Questa è una terra da esplorare, ogni stradina, via, contrada o piccolissimo borgo ti riserva sempre qualcosa di incantevole ed unico che solo in Lessinia puoi trovare, arrivederci mon amour.