Padovani "Gran dotori", Trevisani "Pan e tripe"

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  • 16/05/2022
  • Antonio Corte
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La terza domenica di maggio, pochi minuti prima delle 7:00 sono in sella, le previsioni meteo sono favorevoli e le temperature tali da utilizzare un abbigliamento estivo. Nel grande parcheggio della zona industriale di Vicenza est pochissime automobili, iniziano a girare i pedali della bicicletta da poco tagliandata e pulita, lo start agli strumenti di viaggio e la mappa compare accompagnata dalla suadente voce femminile del Komoot che mi accompagnerà per tutto il viaggio.

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Correre da cicloturista alla ricerca del viaggiare dove il traffico è quasi assente o nullo del tutto, molte strade sterrate, lisce, senza buche, strade che sono sempre esistite per il turismo a due ruote ma che adesso sono percorse anche da molti ciclisti gravel, carrai secondari con asfalti rugosi che scorrono attraverso piccoli borghetti composti da poche abitazioni, paeselli con viuzze e piazzette che solo a piedi o in bicicletta si riescono visitare.

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Verona, Padova, Treviso, Vicenza, Belluno, ognuna di queste città venete hanno la peculiarità di avere all’interno o appena fuori dal centro città un fiume importante, Rovigo e Padova sono lambite addirittura da due noti corsi d’acqua italiani e poi Venezia che nell’acqua è sorta e tutt’oggi è considerata la più bella città d’acqua al mondo.

Ciclovia del Bacchiglione - Castello di San Martino.JPG

Il percorso di oggi mi porterà sul lungo argine di alcuni di questi fiumi. È il Bacchiglione il fiume vicentino che attraverso dopo pochi chilometri di strada in località Debba da qui inizio a seguire la ciclabile della Riviera Berica fino a Longare dove, dopo essere ripassato sopra il fiume inizio a correre su una ciclabile misto sterrato asfalto con a fianco il corso d’acqua che passando per paesi più o meno grandi mi porta poco lontano dal centro di Padova.

Padova è una città viva, fino alle prime ore della domenica il traffico prima di entrare nel centro storico è importante, nonostante ciò riesco a viaggiare bene utilizzando le buone ciclabili che corrono a fianco delle vie più importanti della città.

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Oggi sono un turista in bicicletta, corro sopra i ciottoli delle deserte e antiche vie cittadine, non entro nella cattedrale di Sant’Antonio e nemmeno nella Cappella degli Scrovegni dove potrei ammirare i bellissimi affreschi del XIV secolo e non entro nel più antico orto botanico al mondo ma mi limito a fotografare parte dei meravigliosi palazzi e chiese del Medioevo e del Rinascimento padovano.

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Da via del Vescovado arrivo nel centro storico, il primo palazzo che vedo è il Museo Diocesano che si trova in Piazza del Duomo dove sulla sinistra c’è la Cattedrale di Santa Maria Assunta con a fianco il Battistero romanico di San Giovanni Battista.

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Poche decine di metri per arrivare nella parte centrale della città, in Piazza delle Erbe il favoloso Palazzo della Regione e nel fondo della piazza il Palazzo delle Debite, a destra del palazzo principale c’è, collegato con il Volto della Corda, il Palazzo del Consiglio. Passo sotto al volto e mi trovo in Piazza della Frutta, la percorro e da via Fiume passo in Piazza dei Signori dove è situata la Chiesa di San Clemente. Ogni via, vicolo, piazza del centro di Padova è contornata da palazzi più o meno antichi veramente straordinari.

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Orbene, mi sposto di poco dal centro e passando davanti alla Sinagoga e alla Chiesa di Santa Maria dei Servi arrivo in Prato della Valle, la quinta piazza più grande d’Europa.

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Padova - Prato della Valle.JPG

Al centro l’Isola Memmia con al centro la fontana, sulla destra si intravede la Loggia Amulea mentre sulla sinistra la grandissima Basilica abbaziale di Santa Giustina.

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Tornando indietro da Prato della Valle giro di poco a destra e mi porto davanti ad una delle più belle basiliche d’Italia, la Basilica di Sant’Antonio di Padova.

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Piazza del Santo con il monumento equestre al Gattamelata del Donatello e l’oratorio di San Giorgio sono alcuni dei monumenti esterni alla basilica.

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Per visitare l’interno della chiesa dove risiedono una infinità di opere di moltissimi artisti medioevali e del rinascimento mi sono promesso che ritornerò per una visita senza bicicletta.

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Inizio a pedalare in via del Santo, a sinistra Palazzo Cà Dottori e Palazzo Wollemborg fino ad arrivare in Piazza Antenore dove è situata l’antica tomba, una edicola medievale dove, leggenda dice, contenga i resti del fondatore della città. Proprio a fianco di Piazza Antenore ci sta Palazzo del Bo, nota costruzione sede dell’antica università di Padova.

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Dopo una buona mezzoretta lascio la città di Padova pedalando sul lungo argine del canale Piovego arrivando a correre a fianco del Naviglio del Brenta, la Riviera del Brenta, per la precisione la strada che costeggia la destra del fiume, una via con pochissimo traffico che passando per San Pietro con la bellissima Villa Pisani, Dolo e suoi mulini e Mira arrivo a Oriago dove cambio corso d’acqua, lascio il Brenta e inizio a seguire lo scolo Lusore per arrivare a Marghera, da qui a Mestre poca strada.

San Pietro - Villa Pisani.JPG

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Continuo la corsa fino ad arrivare a Quarto d’Altino e da qui sino a Treviso pedalo su una delle più belle ciclabili venete. La Greenway è un percorso ciclo-pedonale lungo 52 km che collega Treviso al mare e precisamente a Jesolo seguendo il corso del fiume Sile, il fiume di risorgiva più lungo d’Europa, straordinario il panorama. Consiglio di effettuare il percorso di questa ciclabile nelle giornate feriali o prefestive, essendo questa una via molto conosciuta anche all’estero, nei giorni festivi il traffico ciclo-pedonale è assai elevato.

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Casale sul Sile, Lughignano, Casier fino ad arrivare a una manciata di chilometri da Treviso dove su una panchina situata all’ombra di un bell’albero sulla riva del Sile ho condiviso con due piccole folaghe il panino preparato al mattino prima della partenza. La temperatura è buona e la pausa del mezzogiorno è propizia. Mi riporto in sella, poca strada seguendo ancora il fiume che mi porterà dentro la città.

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Se i padovani son “Gran dottori”, merito dell’antica università, ai trevisani, causa la povertà che perseverava in passato nella città dove l’unica parte carnea disponibile a basso prezzo erano le interiora dei buoi fu motivo che nel versetto si scrisse, trevisani “Pan e tripe”.

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Ancora costeggio il Sile, dopo essere passato vicino all’ospedale passo sotto Galleria Alzaia del Ponte dea Goba poi viale Nino Bixio fino allo stadio, giro a sinistra ed entro in città tramite Porta San Tomaso.

 

Treviso è una gran bella città, centro storico vivo, moltissimo turismo, quasi impraticabile nella giornata di domenica, molte le cose da vedere e fotografare.

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Il centro cittadino è un dedalo di canali e fossati più o meno grandi una meraviglia ordinata e pulita.  Piazza Matteotti e la vecchia Chiesa di Santa Caterina, Piazza Santa Maria Maggiore con la relativa chiesa.

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Inizio a zizzagare per il centro storico passando ponti e stretti vicoli e arrivo all’Isola della Pescheria, un isolotto fluviale nel centro città dove si può vedere nel centro del Cagnan Grando la statua in bronzo raffigurante la Sirenetta opera di Luigi Simionato, poco lontano il vecchio mulino ad acqua.

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Resto nella parte fluviale della città, prima lo passo e poi giro attorno all’isolato per fotografarlo, il Ponte dei Buranelli, ponte che prende il nome dall’omonimo canale cittadino.

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Piazza dei Signori, la Loggia dei Cavalieri, il Duomo con il vicolo, la Chiesa di San Nicolò, Calmaggiore una infinità di viuzze fiancheggiate da bar e ristoranti.

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Treviso - Vicolo del Duomo 2.JPG Treviso - Vicolo del Duomo.JPG

Invano ho cercato fra le vie due note fontane di Treviso, la Fontana dei Tre Visi e la più nota Fontana delle Tette, troppo traffico, migliaia di persone a passeggio fra i vicoli rende assai arduo trovare e visitare in maniera celere tutto quello che questa città offre, pure per Treviso la ripromessa di tornarci da turista pedonale dedicando a essa una intera giornata.

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Dopo circa un’ora di giro e fotografie per le vie sono uscito dal centro cittadino tramite Porta Santi Quaranta, un solo chilometro per iniziare una lunga pedalata per un’altra fantastica ciclabile veneta, la Treviso-Ostiglia, un drittone di venticinque chilometri fino a Camposampiero sommerso dal verde, sembra di correre in un tunnel vegetale. La parte trevigiana della ciclabile è bianca con un fondo liscio come un asfalto mentre quando si passa in provincia di Padova la carreggiata ciclabile diventa nera di un nuovo asfalto coperto in gran parte da vegetazione arborea e petali di fiori bianchi, bella e rilassante.

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A Camposampiero mi fermo al Santuario della Visione, al Santuario del Noce e sotto la Statua di Sant’Antonio.

Camposampiero - Santuario della Visione.jpg Camposampiero - Statua Sant'Antonio 2.JPG

Continua la ciclabile, Marsango, Pieve di Curtarolo, Piazzola sul Brenta fino a Campodoro dove lascio la via per fare su strada gli ultimi quindici chilometri che mi porteranno al punto di partenza mattutino.

Gran bel tour, certamente da fare in primavera o autunno dove le temperature della pianura sono favorevoli e i colori della natura rendono migliore questo viaggio.

Distanza km. 189 – Dislivello 320 m. – Link percorso