L’alzata dal letto alle prime luci dell’alba, con molta calma faccio colazione e porto il cane all’uscita mattutina, alle 5:30 il termometro del vicino supermercato segna 21°, oggi niente tour cittadini o nelle campagne della pianura a fotografare monumenti, chiese e paesaggi rurali, oggi si viaggia al fresco, oggi vado a immortalare uno dei più grandi monumenti naturali del pianeta “Le Dolomiti” ovvero la regina delle Dolomiti, la Marmolada.
Lascio il veicolo parcheggiato davanti alla birreria Pedavena, la temperatura delle 7:30 è gradevolissima, le vie di sabato sono deserte, dopo qualche centinaio di metri un piccolo sterrato erboso fra alberi e prato tanto da bagnare le ruote con la rugiada notturna.
Pedalo sulla via collinare, Foen, Villabruna e dopo questo paese lascio la strada principale girando a destra in località Fianema, una strada secondaria parallela Menin e poi Cesiominore per rimettermi nella SP12 che mi porta a Cesiomaggiore. A volte mi stacco dalla monotona strada, entro ed esco infilandomi in stradine sconosciute, poche case, qualche fattoria nient’altro.
Dopo San Gregorio delle Alpi, bel paesino del bellunese, con una svolta a destra in discesa prendo la via per Paderno un borghetto di poche case con meno di quattrocento anime, una villa del XVI secolo, villa Sandi e una chiesetta del ‘600 dedicata a San Lucano, mi fermo per la foto e vedo una signora su una scala appoggiata sul fianco della porta che a tutti i costi voleva farmi entrare nella struttura per visitare il busto del Santo che il marito aveva scolpito, ciò messo qualche minuto per dileguarmi dal dialettico abbraccio e rimettermi a pedalare proseguendo il viaggio odierno.
Sono tante piccole frazioni che passo, piccoli gruppi di case nel comune di Sospirolo con la sua chiesa in stile gotico dedicata a San Pietro e San Paolo, carino anche il campanile con l’orologio che costeggia il cimitero di paese.
Dal centro di Sospirolo poco più di due chilometri per iniziare la pedalata su una delle più belle vallate del bellunese, la valle del Mis, a destra la vista del lago, stretto e lungo più di quattro chilometri è costeggiato da una strada con delle gallerie, alcune sempre bagnate anche d’estate pertanto attenzione e luci accese, alla fine del lago la strada inizia a salire sempre con il torrente sulla sinistra, il corso d’acqua è sempre alimentato da molti piccoli ruscelli che scendono dalle cime del Piz di Mezzodi e dal Al Sass, cime di destra che superano abbondantemente i duemila metri di quota, anche dalla sinistra del Mis scendono ruscelli di alimentazione e pure qui le quote delle cime non scherzano, monte Agnellese e monte Prabello arrivano alle stesse altezze delle montagne opposte.
Località Titele, abbandono la vallata, la strada sale ancora, con la SP2 arrivo a Forcella Franche quasi mille metri prima cima del giorno. Pedalo sempre sulla sinistra della valle agordina e non entro ad Agordo, con una pendenza lieve ma costante arrivo a Cencenighe Agordino evitando la galleria di Listolade merito di una meravigliosa ciclabile, larga e ben tenuta.
In sette chilometri sono ad Alleghe, il paese sulla sponda di destra lo conosco, salgo dal lato sinistro, brevissimo strappo al 20% e poi la vista lago dall’alto, povero d’acqua, poco più di una grande pozzanghera, sembra di fotografare un malato morente, tristissimo.
Scendo piano verso la sponda, per fortuna piano, la paura di un rumore improvviso sulla mia destra coperta da alberi e all’improvviso esce di corsa tagliandomi la strada un capriolo adulto che con due balzi salta la carreggiata per dileguarsi fra gli alberi del boschetto opposto, questione di un secondo, nemmeno il tempo di toccare i freni, una manciata di metri e avrei cozzato contro un quintale di carne e muscoli in movimento, il jolly odierno me lo sono giocato ad Alleghe.
Arrivo in un punto dove devo scendere dalla bicicletta, la mappa mi indica un sentiero che mi porta alla passerella ma ahimè, lavori in corso del corto tratto pedonale, mi rimetto in sella per tornare a ritroso verso il paese e trovo due turisti a passeggio che avevo superato poco prima allorché chiedo a loro se la via è proprio chiusa o se ci fosse stata la praticabilità della stessa, sia mai che possa evitare il ritorno ad Alleghe, gentilissimi mi dicono di seguirli per arrivare alla passerella, discesa nel prato non semplice con la pesante bicicletta ma arrivato sulla riva del lago ho percorso a piedi altri cinquanta metri per utilizzare il ponticello utile per arrivare e partire nella ciclabile che costeggia il torrente Cordevole, pedalo facile fino a Caprile.
SP641, la strada principale che porta al passo Fedaia è già trafficata, soprattutto veicoli a due ruote, e non sono biciclette, d’altra parte è ben noto, Dolomiti strade da biker. Evito quando possibile la carreggiata maestra e mi inoltro dentro i paesi più caratteristici come Rocca Pietore, un bel borghetto di montagna, bella pure la chiesetta.
Una delusione oggi è arrivata, maledetto Vaia, dal 2018 i Serrai di Sottoguda sono chiusi, dicono che la sistemazione definitiva avverrà entro quest’anno, e qui sarà tappa per i futuri tour. I Serrai partono da Sottoguda e arrivano a malga Ciapela tramite una spettacolare ciclo-pedonabile servita anche dal trenino che attraversa una gola, un vero canyon fra cascatine lungo due chilometri, magia pura. Da tenere presente che l’ingresso del passaggio comportava e sarà lo stesso nell’apertura un piccolo obolo, credo comunque ne valga veramente la pena.
Uffa, la salita che mi porta al passo è noiosa, calda e rumorosa, fortuna che nella vetta oltre 2K di quota la temperatura alle 12:30 è accettabile.
Manco a dirlo il parcheggio al passo è coperto di moto, non mi fermo, la via principale la lascio e continuo la pedalata sulla vecchia strada che costeggia la sinistra del lago, pavimentazione sterrata a tratti asfalto consumato ma esclusivamente ciclabile, meraviglioso anche il panorama vista lago. Arrivato alla diga, la traccia mi fa salire a sinistra su una strada dove ci sono bar e ristoranti, alla vista assai affollati, la via finisce su un grande parcheggio non asfaltato, seguo il gpx per pochi metri fino a trovarmi su un balcone naturale, da un lato sotto di me il lago di Fedaia anch’esso molto ristretto e l’inizio della vallata che va verso valle e dall’altro lato il massiccio della Marmolada dove oramai del ghiacciaio resta alquanto poco, lo spettacolo comunque è da togliere il fiato.
A metà mattina avevo già preso una pausa panino su una bella panchina dell’agordino pertanto la fame non si fa ancora sentire, sono già in discesa dove vedo un piccolo parcheggio sulla sinistra, tre tavoli con panche ancora liberi, occasione giusta e unica, il tempo per parcheggiare il biciclo e sostarmi su una di esse che pure le altre due vengono occupate, sono sotto il sole, a quasi duemila metri di quota si sta bene alzo lo sguardo e sono proprio sotto al massiccio, mi sento un re.
La discesa facile, larga e veloce mi porta a Canazei e da questo paese entro in una gran bella ciclabile, Pozza di Fassa, Moena e Predazzo, lenta la discesa seguendo il torrente Avisio e da qui inizio nuovamente a salire, ultimo strappo di giornata, la via per il passo Rolle.
Bellamonte e poi Paneveggio con il suo lago, pure su questa strada il frastuono dei motori diventano fastidiosi ogni passo in quota è terra di conquista per i motociclisti, che guardando le targhe dei veicoli, arrivano quasi tutti d’oltralpe.
Ecco il Rolle altro duemila, scendo verso San Martino di Castrozza nota località sciistica delle Dolomiti, Rosetta, Sass Maor, le vette Val di Roda, la cima della Madonna sono le Pale di San Martino, panorami che il mondo ci invidia.
Da San Martino scendo verso Fiera di Primiero tramite la ciclabile che nemmeno sapevo esistesse, bellissima, purtroppo un inconveniente all’inizio pista, un ponticello che collega la fine strada con la ciclabile è interrotto per il rifacimento dello stesso, la gru blocca parzialmente l’accesso ma il passaggio è impossibile, visto che nel ponte ci sono i ferri che escono dal cemento da poco gettato, o si torna indietro e si scende per la via maestra piena di moto o con impegno e forza cerco di alzare la bicicletta oltre i due metri sopra dei massi al margine del ponte che mi porterebbe sull’innesto della ciclabile, sudata immane ma ci sono riuscito e credetemi ne è valsa la pena, questa ciclabile, a tratti molto stretta e con pendenze a due cifre, è meravigliosa, zig zag continui fortunatamente in discesa e un ponte tibetano da passare, emozionante.
La via finisce proprio a Fiera di Primiero, questo è il secondo comune più piccolo d’Italia, un piccolo centro basato sul commercio e niente più. Entro ed esco dal paese per pedalare nell’ennesima ciclabile che esce sotto Imer nella strada principale che collega Fonzaso a Fiera di Primiero. La via adesso è più trafficata e ci sono le gallerie da passare, le ciclabili che le costeggiano sono chiuse per frane o per lavori in corso e allora giù, luci accese e pedalata veloce, in discesa si corre veloce e nei tunnel si sta bene al fresco.
Giro a sinistra dalla SR50 per entrare nel paese di Fonzaso, poi Arten e infine arrivo nel parcheggio di Pedavena che al mattino avevo lasciato. Prima di arrivare all’auto parcheggio la bike davanti all’ingresso della birreria entro e mi premio con una favolosa media non filtrata, fresca il giusto, dissetante, tonica, adesso posso caricare il biciclo nell’auto e tornare a casa felice.
Pedalare fra le Dolomiti è sempre meraviglioso, magico e sensazionale.
Distanza km. 209 – Dislivello 4490 m. – Link percorso